Il Giornale dell'Arte: Da Venini a Warhol, passando per Manzoni e l’Arte Povera. A casa di Magazzino Italian Art, luogo (unico) di incontro e condivisione
October 23, 2025

Nancy Olnick, nata a New York e cresciuta fra i colori della Pop Art, e Giorgio Spanu, imprenditore nato in Sardegna e formatosi tra Parigi e Manhattan, si incontrano alla fine degli anni Ottanta e scoprono di condividere la stessa profonda curiosità per l’arte. Il primo acquisto fatto insieme è una clessidra in vetro di Murano disegnata da Paolo Venini che finisce accanto a un quadro di Andy Warhol, Flowers, nel loro appartamento di New York City, inaugurando una passione comune che li accompagnerà per tutta la vita. Dai vetri veneziani il passo verso l’arte contemporanea italiana è breve, e seguendo i suggerimenti di Sauro Bocchi dopo una fulminante visita al Castello di Rivoli nei primi anni Novanta, i due filantropi decidono di concentrarsi sull’Arte Povera.
Oggi l’Olnick Spanu Collection si dimostra una delle raccolte più consistenti degli Stati Uniti: conta centinaia di opere di Arte Povera accanto a una straordinaria collezione di lavori in vetro di Murano, ceramiche del dopoguerra e gioielli d’artista, tra i quali quelli di Giorgio Vigna e degli artisti della scuola di Padova. Per condividere le proprie scelte con il pubblico americano, nel 2017 a Cold Spring, nella Hudson Valley, la coppia fonda “Magazzino Italian Art”: un museo ricavato in un ex stabilimento industriale di circa 2000 metri quadri e centro di ricerca dedicato all’arte italiana dal dopoguerra al contemporaneo. Il complesso ospita una mostra permanente con opere dei protagonisti storici dell’Arte Povera: Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Marisa Merz, Jannis Kounellis, Pino Pascali e Gilberto Zorio, oltre a Emilio Prini e Piero Gilardi. Dispone inoltre di un centro di ricerca e una biblioteca di oltre 5000 volumi, la più ampia del genere in Nord America.
Nel 2023, Magazzino Italian Art inaugura il secondo edificio del Museo, intitolato alla memoria del padre di Nancy: il Robert Olnick Pavillion, progettato dagli architetti Alberto Campo Baeza e Miguel Quismondo. Questo nuovo edificio offre ulteriori spazi espositivi come l’Education Center, una sala polifunzionale, The store e il Café Silvia, che propone cucina italiana a cura dello chef Luca Galli. Il dialogo fra Italia e Stati Uniti è il filo rosso della loro visione, specchio delle biografie “insulari” di Nancy (Manhattan) e Giorgio (Sardegna). A rafforzare questa vocazione transatlantica contribuisce anche l’Olnick Spanu Art Program, che dal 2003 al 2015 ha invitato ogni anno un artista italiano con l’intento di creare un’opera site-specific nella proprietà della coppia a Garrison, NY a pochi minuti da Magazzino Italian Art, consolidando il ponte culturale “dall’Hudson al Mediterraneo”. Tra gli artisti invitati: Giorgio Vigna, Massimo Bartolini, Mario Airò, Domenico Bianchi, Remo Salvadori, Stefano Arienti, Bruna Esposito, Marco Bagnoli, Francesco Arena e Paolo Canevari.